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ROCCALBEGNA

Roccalbegna significa letteralmente “la rocca dell’Albegna” – il fiume che divide la parte storica dell’abitato da quella di più recente costruzione. Dopo la fondazione in epoca medievale, la città ha seguito passivamente il resto del territorio del monte Amiata dalla dominazione Aldobrandesca al governo del Granducato di Toscana, ma si è sempre distinta per lo spirito naturalistico dei suoi abitanti e il loro amore per i grandi spazi verdi.

La prima cosa che si nota arrivando a Roccalbegna è la sua posizione. Stretto tra una fortezza e il ripido monte Labbro, il paese appare fiero e schivo;schivo; perfetto ritratto dei suoi abitanti, che da sempre hanno cercato di adattarsi all’ambiente senza danneggiarne lo splendido paesaggio.

Oggi Roccalbegna è quanto di più vicino ad un rifugio alpino ci sia in Maremma, e soggiornarvi è un piacere per tutti i sensi, con il profumo del legno che brucia, il suono dell’acqua che scorre e la vista sui boschi della valle dell’Albegna.

DA NON PERDERE

CHIESA DI S. PIETRO PAOLO

DA VEDERE

La prima tappa da fare a Roccalbegna è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in piazza XX Settembre. Completata alla fine del XIII secolo, la chiesa ha un bellissimo portale gotico. All’interno, lo spazio è spoglio, intatto fin dal Medioevo. A destra c’è una bandiera di seta che apparteneva a un movimento anti-giacobino conosciuto come “Viva Maria”, attivo nel XVIII secolo, in veemente opposizione all’occupazione francese della Toscana.
Seguite la via del Cassero fino alle rovine del Cassero Senese, un’antica fortezza che offre una fantastica vista dall’alto sulla città.
Dall’altra parte della valle si possono vedere le rovine di un altro castello risalente all’era degli Aldobrandeschi, colloquialmente noto come la Pietra o il Sasso. È possibile visitarlo, ma l’escursione richiederà un paio d’ore e un buon paio di scarpe da trekking.
Tornati a Roccalbegna, dirigetevi verso via Palazzaccio per vedere l’ospedale del XIII secolo e l’Oratorio del Crocifisso. Quest’ultimo è sede di un piccolo museo ( aperto su richiesta; 0564 989032; gratuito) che raccoglie i tesori artistici di Roccalbegna, tra cui le opere dell’artista del XVII secolo Francesco Nasini. L’opera più impressionante che vi è conservata è senza dubbio la Croce di Luca di Tommè. Questo crocifisso, dipinto in modo assai elaborato, risale al 1360 e si dice che abbia salvato la città dal colera cinque secoli più tardi.

NEI DINTORNI DI ROCCALBEGNA

Costruito in alto tra le querce nei primi anni del Medioevo, è uno dei più piccoli, ma più affascinanti della Maremma. La residenza è stata di proprietà della famiglia Piccolomini fino al 1960 ed è stata recentemente aperta al pubblico. Il delicato giardino in stile italiano progettato da Papa Pio II Piccolomini e la piccola Cappella della Madonna di Loreto (1650) valgono la visita.

CURIOSITA’

BISCOTTI DI ROCCALBEGNA

Roccalbegna è famosa per i suoi biscotti, in particolare un tipo di biscotto salato molto croccante, aromatizzato con anice. La gente del posto li gusta inzuppati nel caffè o nel vin santo. Si trovano in qualsiasi panificio, ma quelli di Libero Conti (via XXIV Marzo; 0564 989025) sono considerati i migliori. Roccalbegna dedica ai suoi biscotti un’apposita festa, che si svolge il 14 agosto.

EVENTS

Focarazza di Santa Caterina

24 Novembre

La piccola frazione di Santa Caterina è famosa per uno dei più antichi riti del fuoco della Maremma, la Focarazza. Fin dal Settecento, alla vigilia della festa di Santa Caterina d’Alessandria, gli uomini del posto sfidano il fuoco di un ardente rogo per conquistare lo stollo (un lungo palo di legno) e trasportarlo nel centro dell’abitato. Anneriti e accecati dal fumo, gli uomini combattono tra loro per aggiudicarsi questo palo pesante e ancora fumante e condurlo infine nel loro rione di appartenenza. Alla fine, il palo è tagliato in pezzi ed ogni famiglia ne ottiene uno, da bruciare nel proprio camino. Le ceneri sono sparse per i campi per buon auspicio. Altre notizie sulla Focarazza e sulle altre tradizioni di Santa Caterina possono essere raccolte presso il piccolo ma interessante museo (Via Roma 15; solo su richiesta; 0564 969602; gratuito).